CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36)
il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri
poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni
sono discipline simili
nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente
nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo
questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore.
Non sono molto ferrato su Gurdjeff, ma non penso avesse voluto dire quello che hai scritto. Orientare l'attenzione della mente verso il corpo = introvertirsi. Se hai qualche problema che non abbandona la tua mente non c'è niente di meglio che fare qualcosa che ti metta a contatto con l'ambiente, guardare, sentire, toccare ecc. Vale a dire estrovertirsi.
Il guardare il corpo porta a dare valore all'importanza personale, a io sono così, ecc. E' abbastanza ovvio che per percepire il mondo esterno usi i sensi forniti dal corpo. Ma non è che il mettere l'attenzione sul corpo ti fa percepire. E' mettendo l'attenzione sull'ambiente che si percepisce.
Per quanto riguarda essere presenti. Presente significa essere in questo momento, nell'adesso. E' ovvio che se tu stai pensando che cosa mangerai per cena non sei nell'adesso ma parte di te è all'ora di cena. Se pensi a come è stato bello fare a palle di neve non sei totalmente qui ma una parte di te è a fare a palle di neve.
Fermare il dialogo interiore ti fornisce la possibilità di essere (al) PRESENTE e quindi percepire totalmente quello che c'è li.
Quindi a mio avviso - essere presenti a se stessi - significa essere completamente nel presente e percepire quello che c'è nell'ambiente del presente.