Ta-al-taka

Il Dialogo Interno

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view post Posted on 11/5/2011, 21:48
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Definizione:
IL DIALOGO INTERIORE È LA SOMMA TOTALE DI TUTTE LE ATTIVITÀ MENTALI ED EMOZIONALI DIRETTE AL MANTENIMENTO DELLA NOSTRA VISIONE DEL MONDO.
Se vogliamo cambiare la nostra visione del mondo, o sradicarla completamente, allora dobbiamo cambiare il nostro dialogo interiore, oppure fermarlo.
Logicamente si afferma anche che se cambiamo il nostro dialogo interiore, non solo cambiamo la nostra visione del mondo, ma anche la nostra storia personale.
Allo stesso modo, se fermiamo il dialogo interiore non solo la nostra visione del mondo crolla, ma si cancella anche la nostra storia personale.
Questo è qualcosa che i Toltechi compresero già molto tempo fa, ma non avendo colto pienamente lo scopo del dialogo interiore, o la vera natura dell’intento, svilupparono ogni sorta di rituali bizzarri e meravigliosi per fermare il dialogo interno. Uno di questi rituali, chiamato il modo giusto di camminare, è stato descritto completamente da Carlos Castaneda in uno dei suoi libri.
Un altro di questi rituali, chiamato la passeggiata di meditazione, è ancora oggi praticato da certi buddhisti. Ci sono molti di questi rituali che sono buoni e funzionano, in particolare i due menzionati sopra.
Tuttavia, alla resa dei conti, tutti i rituali sono troppo goffi e pesanti, soprattutto per l’uomo moderno che vive nell’ambiente di città. Non è semplicemente possibile o sicuro praticare tali rituali mentre si cammina su un affollato marciapiede in una città, né è sempre pratico cercare un ambiente deserto, dove il rituale può essere praticato con successo.
Oggi i Toltechi comprendono molto di più il dialogo interiore e di conseguenza nel presente schema di insegnamento tutti i rituali, inclusi quelli per fermare il dialogo interno, sono stati eliminati. Questo principalmente perché i rituali non sono in essenza molto pratici, e secondariamente perché l’unica cosa di reale importanza è l’attivazione dell’intento.
I rituali di per sé non hanno assolutamente alcun potere eccetto quello di consentire ai praticanti di focalizzare la propria attenzione, e quindi aiutarli nel processo di attivazione dell’intento. Pertanto, invece di sprecare tempo prezioso nell’insegnare rituali agli apprendisti, oggi si pone l’accento su quelle tecniche che portano l’apprendista alla capacità di attivare il suo intento.
A questo proposito è importante sottolineare che l'unico modo per fermare il dialogo interiore è quello di guadagnare abbastanza potere personale con cui intenderlo. Un rituale come il modo giusto di camminare è stato concepito essenzialmente per fare questo, ma nessuna quantità di passeggiate in qualunque modo, non importa quanto oscuro o strano sia, fermerà il dialogo interno, a meno che l’apprendista non intenda fermarlo. Inoltre adesso sappiamo che non è saggio fermare bruscamente il dialogo interiore, come se fosse qualcosa di inutile da scartare.
Pur essendo vero senza ombra di dubbio che alla fine tutti i guerrieri devono fermare il loro dialogo interno se vogliono essere liberi dalle restrizioni auto-imposte, tuttavia non è una cosa buona voler volare quando non si ha ancora imparato ad apprezzare, o perfino a comprendere, l’atto di camminare. Impariamo così tanto dal camminare, quanto dal volare, e se gli Antichi Veggenti fossero stati disposti a riconoscere questo fatto, avrebbero potuto evitare molti errori.
(Theun Mares - Il Grido dell'Aquila)
 
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view post Posted on 14/5/2011, 15:32
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Raccontai a don Juan che avevo praticato per anni quella tecnica senza verificare alcun cambiamento: del resto, non me ne aspettavo alcuno. Un giorno, però, mi ero accorto sconcertato d'aver camminato per circa dieci minuti senza dire una sola parola a me stesso.
Dissi poi a don Juan che, in quell'occasione mi ero inoltre reso conto che l'interruzione del dialogo interno comportava qualcosa di più della semplice sospensione delle parole rivolte da me a me stesso. Tutto il mio processo del pensare si era interrotto e mi ero trovato praticamente sospeso, fluttuante. Da questa consapevolezza era nato un senso di panico, per cui, come antidoto, avevo dovuto riprendere il dialogo interno.
"Vi avevo detto che il dialogo interno è ciò che ci fonda" osservò don Juan. "Il mondo è cosi e cosi, o diverso, perché noi parliamo a noi stessi del suo essere così e cosi, o in modo diverso."
Don Juan spiegò che il passaggio nel mondo degli stregoni si apriva dopo che il guerriero aveva imparato a interrompere il suo dialogo interno.
"Mutare la nostra idea del mondo è il punto cruciale della stregoneria" disse. "E interrompere il dialogo interno è l'unico modo per riuscirci. Il resto sono parole vuote. Ora voi siete in grado di sapere che nulla di quanto avete visto o fatto, ad eccezione dell'interruzione del dialogo interno, avrebbe potuto di per sé mutare qualcosa in voi o nella vostra idea del mondo. La condizione è, naturalmente, che quel mutamento non sia disturbato."

Castaneda - L'Isola del Tonal
 
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view post Posted on 28/5/2011, 22:39
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"Non ne parleremo oggi, sarà l'argomento di una spiegazione successiva; si tratta comunque dell'aspetto più serio dell'arte degli sciamani dell'antico Messico. Nello sciamanesimo, il silenzio interiore è il punto da cui nasce ogni cosa. In altre parole, tutto ciò che facciamo ci guida verso tale stato che, come sempre accade nel mondo degli sciamani, non emerge se non veniamo scossi da qualcosa di gigantesco" mi spiegò.
Aggiunse poi che gli sciamani dell'antico Messico erano soliti elaborare un'infinità di sistemi per scuotere se stessi o i loro colleghi, fin nelle fondamenta, per raggiungere la condizione tanto ambita del silenzio interiore.
Essi ritenevano che i gesti più disparati, apparentemente più lontani da tale obiettivo, come per esempio saltare in una cascata o passare la notte appesi a testa in giù sul ramo più alto di un albero, fossero i punti chiave per realizzarlo.
Basandosi sulle spiegazioni di questi sciamani, don Juan dichiarò con estrema sicurezza che il silenzio interiore viene accumulato. Nel mio caso, si sforzò di guidarmi a costruire un nucleo di silenzio interiore nella profondità del mio essere, che avrei poi fatto crescere,istante dopo istante, ogni volta che lo praticavo. Mi spiegò che gli sciamani avevano scoperto che ogni singolo individuo possiede una soglia diversa di silenzio interiore per quanto riguarda il tempo: ciò significava che il silenzio interiore prima di poter funzionare, dev'essere mantenuto da ciascuno di noi per tutto il tempo necessario a varcare tale soglia.
"Qual era il segno che indicava agli sciamani che il silenzio interiore funziona?" volli sapere.
"II silenzio interiore inizia ad agire nell'attimo stesso in cui cominci ad accumularlo. Gli antichi sciamani volevano ottenere il risultato supremo, il raggiungimento cioè di quella soglia individuale di silenzio. Ad alcuni di loro, molto esperti, bastavano solo pochi minuti di silenzio; altri, meno capaci, ci riuscivano solo dopo periodi più lunghi di silenzio, magari più di un'ora di completa tranquillità.
E tale risultato era ciò che gli antichi sciamani chiamavano fermare il mondo, l'attimo in cui tutto ciò che ci circonda cessa di essere ciò che è sempre stato."
Carlos Castaneda - Il Lato Attivo dell'Infinito
 
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view post Posted on 20/1/2012, 19:37
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Nel mio caso, si sforzò di guidarmi a costruire un nucleo di silenzio interiore nella profondità del mio essere, che avrei poi fatto crescere,istante dopo istante, ogni volta che lo praticavo. Mi spiegò che gli sciamani avevano scoperto che ogni singolo individuo possiede una soglia diversa di silenzio interiore per quanto riguarda il tempo: ciò significava che il silenzio interiore prima di poter funzionare, dev'essere mantenuto da ciascuno di noi per tutto il tempo necessario a varcare tale soglia.



che significa?
 
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view post Posted on 20/1/2012, 21:25
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Costruire un nucleo di silenzio interiore = esercitarsi costantemente per aumentare il tempo passato senza pensare. Viene spiegato, mi sembra, da Carol Tiggs.
La soglia = la quantità di tempo passata senza pensare necessaria per potere fermare il mondo, ovvero uscire dalla descrizione comune di ciò che viene percepito, per percepire in modo diverso: il cosiddetto "vedere".
 
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view post Posted on 2/2/2012, 13:17
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CITAZIONE (Yagannath @ 20/1/2012, 21:25) 
Costruire un nucleo di silenzio interiore = esercitarsi costantemente per aumentare il tempo passato senza pensare. Viene spiegato, mi sembra, da Carol Tiggs.
La soglia = la quantità di tempo passata senza pensare necessaria per potere fermare il mondo, ovvero uscire dalla descrizione comune di ciò che viene percepito, per percepire in modo diverso: il cosiddetto "vedere".

cioè io una volta costruito il nucleo significa che ho radicato una base che non perderò più? Cioè io mi esercito al silenzio interiore o almeno credo di farlo, seguo lo sfidante

oriento l'attenzione senza giudizi il più possibile sul momento presente e sento qualcosa cambiare però col tempo questo qualcosa cambiare sparisce infatti in 2 mesi ho perso tante percezioni bah o forse sto sbagliando qualcosa?


faccio esercizi di ricordo di sè e di silenzio interiore


grazie per la risposta :)
 
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view post Posted on 2/2/2012, 21:57
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CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17) 
cioè io una volta costruito il nucleo significa che ho radicato una base che non perderò più? Cioè io mi esercito al silenzio interiore o almeno credo di farlo, seguo lo sfidante

Funziona in modo simile all'esercizio fisico. Se si fanno esercizi, per esempio si corre, puoi passare da fare 500 metri ad alcuni km. Ovviamente se smetti di allenarti perdi ciò che hai guadagnato.
CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17) 
oriento l'attenzione senza giudizi il più possibile sul momento presente e sento qualcosa cambiare però col tempo questo qualcosa cambiare sparisce infatti in 2 mesi ho perso tante percezioni bah o forse sto sbagliando qualcosa?

Non ho capito cosa vuol dire "qualcosa cambiare sparisce" e "perso tante percezioni"? Solitamente fermando il dialogo interno le percezioni aumentano.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 12:32
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CITAZIONE (Yagannath @ 2/2/2012, 21:57) 
CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17) 
cioè io una volta costruito il nucleo significa che ho radicato una base che non perderò più? Cioè io mi esercito al silenzio interiore o almeno credo di farlo, seguo lo sfidante

Funziona in modo simile all'esercizio fisico. Se si fanno esercizi, per esempio si corre, puoi passare da fare 500 metri ad alcuni km. Ovviamente se smetti di allenarti perdi ciò che hai guadagnato.
CITAZIONE (Futch @ 2/2/2012, 13:17) 
oriento l'attenzione senza giudizi il più possibile sul momento presente e sento qualcosa cambiare però col tempo questo qualcosa cambiare sparisce infatti in 2 mesi ho perso tante percezioni bah o forse sto sbagliando qualcosa?

Non ho capito cosa vuol dire "qualcosa cambiare sparisce" e "perso tante percezioni"? Solitamente fermando il dialogo interno le percezioni aumentano.

pensavo che le percezioni aumentate si stabilizzassero invece le ho riperse per via della paura

ma allora è possibile che in uno o due tre mesi di ricordo di sè un seme lo metto? O perdo tutto? Cioè la disciplina è questa no? So che dopo un po' di tempo una disciplina diventa una sensazione ecco perchè non capisco che significa "nucleo di silenzio interiore che cresce pian piano" come dice castaneda
 
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view post Posted on 3/2/2012, 21:26
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Le percezioni sono percezioni. Funzionano bene con emozioni "alte" le emozioni "basse" come la paura fanno di tutto per avere te stesso al centro della scena. Questo significa che sei introvertito su te stesso e non vedi più quello che ti accade intorno. Ma - in effetti - non hai perso le percezioni.
Si tratta di sconfiggere l'importanza personale e il riflesso di se.

Non ho capito invece cosa intendi con il ricordo di sè.
 
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view post Posted on 4/2/2012, 00:36
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CITAZIONE (Yagannath @ 3/2/2012, 21:26) 
Le percezioni sono percezioni. Funzionano bene con emozioni "alte" le emozioni "basse" come la paura fanno di tutto per avere te stesso al centro della scena. Questo significa che sei introvertito su te stesso e non vedi più quello che ti accade intorno. Ma - in effetti - non hai perso le percezioni.
Si tratta di sconfiggere l'importanza personale e il riflesso di se.

Non ho capito invece cosa intendi con il ricordo di sè.

il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri

poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni

sono discipline simili

nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente

nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo

questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore

avevo visto l'ambiente in modo diverso, percezioni diverse ma forse era soltanto il non giudizio, cioè l'attenzione alle sensazioni e l'osservazione dei pensieri, una volta ricavata energia non mi sono ricordato di me e ho rialimentato il tutto e ho riperso energia ritornando allo stato di prima... :sick:


non sempre sono riuscito a fare le due pratiche bene sono solo agli inizi

sto seguendo lo sfidante, guardati il video, devo capirci ancora delle cose






Si mi hai illuminato, non riesco a guardare un monitor mentre scrivo, non focalizzo l'attenzione sulle percezioni e invece ho alimentato la paura e ho riperso le percezioni cioè ritorno a vedere come prima


sono chiuso su me stesso, introvertito, introverso, ma magari è che c'è una motivazione inconscia che mi spinge a non abbandonarmi alle cose, giudico costantemente

ora mi sto allenando con il ricordo di sè e ho notato che l'ho accumulato un poco

il mio dubbio è che se si accumula o si può riperdere per via di nuovi ulteriori giudizi

quello che fa la differenza però sono le emozioni positivo che sto creando perchè vanno ad agire su quelle negative


intanto proseguo con la disciplina e lo sforzo

Edited by Futch - 4/2/2012, 09:18
 
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view post Posted on 4/2/2012, 13:16
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CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36) 
il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri

poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni

sono discipline simili

nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente

nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo

questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore.

Non sono molto ferrato su Gurdjeff, ma non penso avesse voluto dire quello che hai scritto. Orientare l'attenzione della mente verso il corpo = introvertirsi. Se hai qualche problema che non abbandona la tua mente non c'è niente di meglio che fare qualcosa che ti metta a contatto con l'ambiente, guardare, sentire, toccare ecc. Vale a dire estrovertirsi.

Il guardare il corpo porta a dare valore all'importanza personale, a io sono così, ecc. E' abbastanza ovvio che per percepire il mondo esterno usi i sensi forniti dal corpo. Ma non è che il mettere l'attenzione sul corpo ti fa percepire. E' mettendo l'attenzione sull'ambiente che si percepisce.

Per quanto riguarda essere presenti. Presente significa essere in questo momento, nell'adesso. E' ovvio che se tu stai pensando che cosa mangerai per cena non sei nell'adesso ma parte di te è all'ora di cena. Se pensi a come è stato bello fare a palle di neve non sei totalmente qui ma una parte di te è a fare a palle di neve.

Fermare il dialogo interiore ti fornisce la possibilità di essere (al) PRESENTE e quindi percepire totalmente quello che c'è li.

Quindi a mio avviso - essere presenti a se stessi - significa essere completamente nel presente e percepire quello che c'è nell'ambiente del presente.
 
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view post Posted on 4/2/2012, 17:57
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CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36) 
il mio dubbio è che se si accumula o si può riperdere per via di nuovi ulteriori giudizi

quello che fa la differenza però sono le emozioni positivo che sto creando perchè vanno ad agire su quelle negative.

Giudizio --- Leggi qui: #entry454141486 il Terzo Accordo

Emozioni --- Leggi qui: #entry454139628
 
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view post Posted on 4/2/2012, 21:34
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CITAZIONE (Yagannath @ 4/2/2012, 13:16) 
CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 00:36) 
il ricordo di sè lo chiama Gurdjeff così sta nel orientare l'attenzione dalla mente verso il corpo, verso le percezioni per ricordarci appunto di noi e non della mente e dei pensieri

poi c'è la disciplina della riemersione della mente profonda cioè distaccarsi dai pensieri osservarli e mettere attenzione alla mente profonda cioè alle sensazioni

sono discipline simili

nella prima tu ti ricordi di avere un corpo di essere vivo, presente

nella seconda tu semplicemente osservi i pensieri e basta quando ricevi energia dai pensieri poi effettui il ricordo di sè e quindi la orienti verso il corpo

questo ricordo di sè più lo potenzi più disattiva tutti i meccanismi dell'ego però poi non capisco dove ho fatto l'errore.

Non sono molto ferrato su Gurdjeff, ma non penso avesse voluto dire quello che hai scritto. Orientare l'attenzione della mente verso il corpo = introvertirsi. Se hai qualche problema che non abbandona la tua mente non c'è niente di meglio che fare qualcosa che ti metta a contatto con l'ambiente, guardare, sentire, toccare ecc. Vale a dire estrovertirsi.

Il guardare il corpo porta a dare valore all'importanza personale, a io sono così, ecc. E' abbastanza ovvio che per percepire il mondo esterno usi i sensi forniti dal corpo. Ma non è che il mettere l'attenzione sul corpo ti fa percepire. E' mettendo l'attenzione sull'ambiente che si percepisce.

Per quanto riguarda essere presenti. Presente significa essere in questo momento, nell'adesso. E' ovvio che se tu stai pensando che cosa mangerai per cena non sei nell'adesso ma parte di te è all'ora di cena. Se pensi a come è stato bello fare a palle di neve non sei totalmente qui ma una parte di te è a fare a palle di neve.

Fermare il dialogo interiore ti fornisce la possibilità di essere (al) PRESENTE e quindi percepire totalmente quello che c'è li.

Quindi a mio avviso - essere presenti a se stessi - significa essere completamente nel presente e percepire quello che c'è nell'ambiente del presente.

no forse gurdjeff dice giusto sono io ad aver fatto confusione


gurdjeff dice di ricordarci di essere VIVI, PRESENTI, nello sfidante si dice mentre focalizziamo l'attenzione a quello che stiamo facendo, focalizziamola su noi stessi "qual'è la nostra postura?", "cosa percepiamo?", "come respiriamo?", "siamo agitati o tranquillamente?", "cosa ci dice il corpo e il luogo in cui siamo?", non devo focalizzarmi sul mio corpo? Il mio problema è che forse credo di farlo, o meglio non mi focalizzo sul mio corpo ma PENSO di focalizzarmi e quindi ho fallito :(


ora tutta quella energia persa chi me la da? E in più forse è per questo che non riesco a lavorare sulle emozioni, perchè sono agitato nel farlo

non dico poi alle percezioni, li sono incapace, però ultimamente lo faccio meglio degli anni scorsi e di quando iniziai il lavoro
 
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view post Posted on 4/2/2012, 21:45
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CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 21:34) 
gurdjeff dice di ricordarci di essere VIVI, PRESENTI, nello sfidante si dice mentre focalizziamo l'attenzione a quello che stiamo facendo, focalizziamola su noi stessi "qual'è la nostra postura?", "cosa percepiamo?", "come respiriamo?", "siamo agitati o tranquillamente?", "cosa ci dice il corpo e il luogo in cui siamo?", non devo focalizzarmi sul mio corpo? Il mio problema è che forse credo di farlo, o meglio non mi focalizzo sul mio corpo ma PENSO di focalizzarmi e quindi ho fallito :(

Forse ti ho già risposto qui. #entry488572542
Quello che dice lo sfidante sono solo alcune delle percezioni a tua disposizione. Non devi mettere l'attenzione sullo strumento (corpo) ma sul campo di azione (ambiente). Quando guidi metti l'attenzione sulla strada e su ciò che avviene li fuori, non la metti sul pedale dell'acceleratore ne su quello del freno ne sul volante.
 
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view post Posted on 4/2/2012, 22:18
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CITAZIONE (Yagannath @ 4/2/2012, 21:45) 
CITAZIONE (Futch @ 4/2/2012, 21:34) 
gurdjeff dice di ricordarci di essere VIVI, PRESENTI, nello sfidante si dice mentre focalizziamo l'attenzione a quello che stiamo facendo, focalizziamola su noi stessi "qual'è la nostra postura?", "cosa percepiamo?", "come respiriamo?", "siamo agitati o tranquillamente?", "cosa ci dice il corpo e il luogo in cui siamo?", non devo focalizzarmi sul mio corpo? Il mio problema è che forse credo di farlo, o meglio non mi focalizzo sul mio corpo ma PENSO di focalizzarmi e quindi ho fallito :(

Forse ti ho già risposto qui. #entry488572542
Quello che dice lo sfidante sono solo alcune delle percezioni a tua disposizione. Non devi mettere l'attenzione sullo strumento (corpo) ma sul campo di azione (ambiente). Quando guidi metti l'attenzione sulla strada e su ciò che avviene li fuori, non la metti sul pedale dell'acceleratore ne su quello del freno ne sul volante.

si ma perchè dice "qual'è la nostra postura?" intende di percepire la sedia? ma h sono confuso è in questa confusione che sto cercando di capirci qualcosa...e per capirci sto nella mente e sono punto e da capo


è per questo che sto avendo difficoltà a lavorare sulle emozioni




il fatto è che io per percezione non ne uso neanche una nemmeno quella della vista...io vedo con la mente con il dialogo interiore e l'interpretazione meccanica delle percezioni e non attraverso il momento presente, sono sempre sul chi va là e quindi su di me
 
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