| Vidi una strana ombra scura proiettata sulle chiome degli alberi. Forse era un'ombra sola che si muoveva avanti e indietro, oppure erano più ombre che si spostavano da sinistra a destra e da destra a sinistra, o ancora verso l'alto. Assomigliavano a giganteschi pesci neri. Era come se un enorme pesce spada stesse volando nell'aria. Quello spettacolo finì per spaventarmi. Diventò troppo buio per vedere le foglie, ma riuscivo ancora a distinguere le fluttuanti ombre scure. "Cosa succede, don Juan?" chiesi in ultimo. "Vedevo ombre scure dappertutto." “Ah, non è altro che l'universo. Incommensurabile, non lineare, esterno al dominio della sintassi. Gli sciamani dell'antico Messico furono i primi a scorgere quelle ombre e decisero di occuparsene. Le videro come le vedi tu adesso e le videro come energia che fluisce nell'universo. E scoprirono qualcosa di trascendentale." Tacque e mi guardò. Le sue pause avevano un tempismo perfetto. Si interrompeva sempre lasciandomi appeso a un filo. "Che cosa scoprirono, don Juan?" lo sollecitai. "Scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita" rispose. "Un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita. Gli uomini sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro signore e maestro e ci ha resi docili, impotenti. Se vogliamo protestare, soffoca le nostre proteste. Se tentiamo di agire in modo indipendente, non ce lo permette.” … "Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Dev'esserci una spiegazione logica." “Una spiegazione c 'è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie, i "gallineros", i predatori ci allevano in stie umane, gli "humaneros", garantendosi cosi un'infinita riserva di nutrimento." … "Voglio fare appello alla tua mente analitica" riprese lui. "Rifletti per un momento e dimmi come spiegheresti la contraddizione esistente tra l'intelligenza dell'uomo che costruisce, organizza e la stupidità del suo sistema di credenze, oppure la stupidità del suo comportamento contraddittorio. Secondo gli sciamani, sono stati i predatori a instillarci questi sistemi di credenza, il concetto di bene e di male, le consuetudini sociali. Sono stati loro a definire le nostre speranze e aspettative, nonché i sogni di successo e i parametri del fallimento. Ci hanno dato avidità, desiderio smodato e codardia. Ci hanno resi abitudinari, centrati nell'ego e inclini all'autocompiacimento.” "Ma come ci riescono, don Juan?" chiesi, sempre più irritato. "Ci sussurrano queste cose all'orecchio mentre dormiamo?” Sorrise. "Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti,deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un'operazione stupenda, naturalmente, dal punto di vista dello stratega. Orrenda, nell'ottica di chi la subisce.
Ci hanno dato la loro mente! Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell'ansia da cibo e la tua altro non è che l'ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli venga negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura.” … Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti. Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.» … Facendo leva proprio sul nostro egocentrismo, l'unico aspetto consapevole rimastoci, i predatori creano fiammate di consapevolezza che poi procedono spietatamente a consumare. Ci danno problemi futili per forzare tali fiammate a emergere e, in questo modo, ci fanno sopravvivere per continuare a nutrirsi della fiammeggiante energia delle nostre pseudo-preoccupazioni. Carlos Castaneda - Il lato Attivo dell'Infinito
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