Ta-al-taka

Ombre Scure, Inorganici ombra

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Yagannath
view post Posted on 30/5/2011, 21:09 by: Yagannath
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Vidi una strana ombra scura proiettata sulle chiome degli alberi. Forse era un'ombra sola che si muoveva avanti e indietro, oppure erano più ombre che si spostavano da sinistra a destra e da destra a sinistra, o ancora verso l'alto. Assomigliavano a giganteschi pesci neri. Era come se un enorme pesce spada stesse volando nell'aria. Quello spettacolo finì per spaventarmi. Diventò troppo buio per vedere le foglie, ma riuscivo ancora a distinguere le fluttuanti ombre scure.
"Cosa succede, don Juan?" chiesi in ultimo. "Vedevo ombre scure dappertutto."
“Ah, non è altro che l'universo. Incommensurabile, non lineare, esterno al dominio della sintassi. Gli sciamani dell'antico Messico furono i primi a scorgere quelle ombre e decisero di occuparsene. Le videro come le vedi tu adesso e le videro come energia che fluisce nell'universo. E scoprirono qualcosa di trascendentale."
Tacque e mi guardò. Le sue pause avevano un tempismo perfetto. Si interrompeva sempre lasciandomi appeso a un filo.
"Che cosa scoprirono, don Juan?" lo sollecitai.
"Scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita" rispose. "Un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita. Gli uomini sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro signore e maestro e ci ha resi docili, impotenti. Se vogliamo protestare, soffoca le nostre proteste. Se tentiamo di agire in modo indipendente, non ce lo
permette.”


"Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Dev'esserci una spiegazione logica."
“Una spiegazione c 'è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie, i "gallineros", i predatori ci allevano in stie umane, gli "humaneros", garantendosi cosi un'infinita riserva di nutrimento."


"Voglio fare appello alla tua mente analitica" riprese lui. "Rifletti per un momento e dimmi come spiegheresti la contraddizione esistente tra l'intelligenza dell'uomo che costruisce, organizza e la stupidità del suo sistema di credenze, oppure la stupidità del suo comportamento contraddittorio. Secondo gli sciamani, sono stati i predatori a instillarci questi sistemi di credenza, il concetto di bene e di male, le consuetudini sociali. Sono stati loro a definire le nostre speranze e aspettative, nonché i sogni di successo e i parametri del fallimento. Ci hanno dato avidità, desiderio smodato e codardia. Ci hanno resi abitudinari, centrati nell'ego e inclini all'autocompiacimento.”
"Ma come ci riescono, don Juan?" chiesi, sempre più irritato. "Ci sussurrano queste cose all'orecchio mentre dormiamo?”
Sorrise. "Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti,deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un'operazione stupenda, naturalmente, dal punto di vista dello stratega. Orrenda, nell'ottica di chi la subisce.


Ci hanno dato la loro mente! Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell'ansia da cibo e la tua altro non è che l'ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli venga negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura.”

Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti.
Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.»


Facendo leva proprio sul nostro egocentrismo, l'unico aspetto consapevole rimastoci, i predatori creano fiammate di consapevolezza che poi procedono spietatamente a consumare. Ci danno problemi futili per forzare tali fiammate a emergere e, in questo modo, ci fanno sopravvivere per continuare a nutrirsi della fiammeggiante energia delle nostre pseudo-preoccupazioni. Carlos Castaneda - Il lato Attivo dell'Infinito
 
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